lunedì 5 settembre 2011

"Pesca".

Ma ad un tratto qualcuno, guardando fisso in lontananza, esclamò: “Guardate là, che cos'è?”
Sul mare, all'orizzonte sorgeva una massa grigia, enorme e confusa.
Le donne si erano alzate e guardavano, senza capire, quella cosa sorprendente mai vista prima.
Uno disse: “É la Corsica!” (tratto da: La Felicità. Maupassant)

Corsica, isola affascinante e misteriosa.
Maupassant, ne è profondamente affascinato e la menziona in molti dei suoi racconti.
Il mare è stupendo e pescoso, le montagne sono altissime ed ospitano capre che saltellano da una roccia all'altra, incuranti del pericolo.
La Corsica, è anche la meta scelta per le vacanze estive da due amici fiorentini i quali decidono di andarci con le rispettive famiglie.
Pace, tranquillità, relax e tanta pesca.
Ottimo dopo un anno di lavoro.
I due amici, uno riccioluto e l'altro rasato, sono appassionati di pesca d'altura.
Uno di loro, ha appena acquistato una nuovissima Al custom perfettamente equipaggiata e non vede l'ora di testarla, magari catturando un bel dentice o perché no, una bella ricciola.
Arrivati al porto di Bastia, le due famiglie si dirigono a Saint Florent dove una casetta immersa nel verde, che propone un ottimo panorama sul mare, li ospiterà per tutta la durata della vacanza.
Proprio al porto di Sain Frontent, è ormeggiata la nuova barca chiamata “Oligo”.
La sera stessa dell'arrivo sull'isola, i due pescatori si dedicano alla preparazione dei finali e allo studio della carta batimetrica cercando una secca dove andare a pescare.
Alle tre di notte, con il freddo e la luna a fargli compagnia, i due si dirigono al porto e partono alle ricerca di esche con le quali pescare.
L'esca che preferiscono è il calamaro.
Dunque, attirano i pesci con il vivo.
Passano molto tempo alla ricerca di calamari, il tempo speso alla ricerca di una buona esca è fondamentale.
Dopo qualche ora, hanno una vasca piena di molluschi pronti per l'innesco.
Nel frattempo, il sole sembra riemerge dallo specchio d'acqua salata e riscalda i due pescatori infreddoliti.
È l'albeggio, silenzio assoluto, il mare è liscio come il dorso di un pesce.
I due amici si guardano e sorridono, da un intero inverno attendevano quel momento.
Sono pronti, si dirigono alla secca individuata la sera prima, innescano un calamaro e calano l'esca in mare.
Procedono lentamente osservando le coste della Corsica, andatura attorno ai due nodi, si guardano e nei loro occhi brilla il desiderio di sporcare la barca con un bel animale.
Passano alcune ore e ancora neanche l'ombra di un pesce, il cielo sembra non rispondere ai loro desideri.
I due, sconfortati, mangiano alcuni panini preparati la sera prima, sono le dieci del mattino e il mulinello ancora non ha cantato.
Decidono di mettere in pesca una nuova canna.
I gabbiani, sembrano osservarli curiosi.
I due amici, parlano della vita, di tecniche di pesca e di altro.
Sono distesi e si godono il panorama, manca solo un bel pesce.
Il raffio, attende bramosamente un pesce da bucare.

-“TRRRRRRrrrrrrrrrrrrrrRRRrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrRRRRRrrrrrrrr....”
Il mulinello canta.
Strike.
Si alzano convulsamente e prendono posizione.
Centinaia di metri di lenza vengono ingoiati dal mare.
Poi una pausa.
Il tizio riccioluto afferra la canna e inizia il combattimento.
La sigaretta che era tra le sue mani finisce in acqua.
-“TrrrrrrrrrrrrrrrRRRRRRRRrrrrrrrRRRrrrrrrrr...”
Che musica per le loro orecchie!
Il pesce è un osso duro e la lotta si fa intensa.
Adrenalina allo stato puro.
La canna è completamente piegata.
Cercano di mantenere la calma, l'altro pescatore è al timone e guida la barca facendo attenzione che il filo non vada sotto lo scafo.
Sono momenti concitati.
“TrrrrrrRRRRRRRrrrrrrrRRRRRrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrRRRR”
L'ultimo anello della canna è quasi in acqua.
Il pescatore urla la sua gioia.
Venti minuti di battaglia poi dal fondo del mare una chiazza bianca avverte loro che il raffio deve prepararsi a bucare.
Il tizio riccioluto ha le mani che vibrano dallo sforzo ma non sente la fatica: adrenalina in circolo.
L'uomo rasato afferra il raffio ed è pronto ad arpionare il pesce.
Siamo nelle fasi finali del combattimento.
È un momento delicato.
-“Stsch....” colpo secco e potente.
Il pesce è in barca.
Uno splendido esemplare di ricciola di 23 chilogrammi.
I due si guardano soddisfatti, la barca è stata battezzata.
Missione compiuta, si dirigono verso il porto di Saint Florent con un sorriso di soddisfazione stampato in faccia.
Il vento che plasma i loro volti, il sole che brilla sopra le loro teste, il pesce in barca: sono felici.
Arrivano al porto entusiasti della mattinata trascorsa, parcheggiano l'imbarcazione e la lavano con cura.
Portano la ricciola nella loro casetta immersa nel verde e la tagliano con attenzione.
Cena di pesce, le loro mogli ed i loro figli ne vanno ghiotti.

È sera, il sole, ormai scomparso, aveva lasciato tracce rosate del suo passaggio nel cielo, soffuso d'un polverio d'oro; e il Mediterraneo, senza un'increspatura, senza un brivido, calmo, ancora splendente, sotto la luce che andava morendo, sembrava una lastra di metallo levigata e immensa. (Maupassant)

I due pescatori vanno a letto presto, l'indomani sarà di nuovo pesca.